Un regalo sotto la neve (2018) (XXX) by Karen Swan

autore:Karen Swan [Swan, Karen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2018-11-08T10:07:03.080000+00:00

Capitolo diciassette

Le eliche avevano appena cominciato a fendere l’aria quando Alex si accovacciò e corse attraverso il campo. L’arrivo di Sholto il giorno prima aveva fatto sì che gran parte della coltre di neve fosse stata spazzata via, lasciando un raggio di erba ingiallita simile a una specie di cerchio nel grano.

Agguantò la maniglia e aprì lo sportello con forza.

«Santa Madre di Dio!», urlò Lochlan, sbattendosi una mano sul petto. «Per poco non mi hai fatto venire un infarto!». Si accigliò. «Non puoi correre verso un fottuto elicottero quando le eliche sono in movimento! E se avessi cominciato a decollare?»

«Rilassati. Non è la mia prima volta su uno di questi affari. So quando tirarmi indietro».

«Cosa… cosa diavolo stai facendo?», le domandò nel vederla salire ed entrare nell’abitacolo, depositando la ventiquattrore ai suoi piedi.

Alex salutò allegramente Mr Peggie che stava ripartendo, solo la metà superiore della Land Rover visibile oltre il muro di pietra. Era stata una vera impresa riuscire ad arrivare lì in tempo. «Vengo con te, naturalmente. Torquil mi ha detto che avresti usato l’elicottero per il weekend. Pensavo che saremmo andati in auto».

«Non sto andando a Londra», la schernì lui.

«Be’, certo che no, lo so bene», fece spallucce Alex. E quando lui continuò a guardarla sbigottito e incredulo, aggiunse: «Il MacNab, ricordi?»

«Cosa! Tu non vieni!».

«Certo che vengo, abbiamo fatto un patto. Se tu avessi collaborato, io avrei fatto il MacNab con te».

«Ma io non ho collaborato!».

«E invece l’hai fatto. Cioè, mi rendo conto che non siamo arrivati al punto che speravo, visto anche l’incendio, ma la nostra seduta di prima è stata enormemente…». Si prese del tempo per cercare la parola giusta. «Illuminante. Stiamo andando da qualche parte, Lochlan, altroché».

«No, non è così!».

Alex inclinò la testa da un lato. «Non pensi che spetti a me giudicare?»

«No!».

«Immaginavo che l’avresti detto», replicò Alex con disinvoltura, senza accennare ad andarsene. Sospirò, stringendosi nelle spalle eccitata. «Be’, io non vedo l’ora di farlo, anche se, ammetto, sono anche un po’ nervosa. Che tempo è previsto per il weekend, lo sai?».

Lochlan continuava a fissarla incredulo. «Non crederai davvero che fossi serio quando ho parlato del MacNab?»

«Perché no? Me l’hai chiesto appena lo scorso weekend». Sorrise. «C’erano testimoni e tutto quanto».

«Ma con l’incendio… Non ne abbiamo più parlato».

«Non pensavo che fosse necessario».

«Porca miseria…», borbottò sconfitto. Logorato. Era chiaro che, se voleva mandarla via da lì, avrebbe dovuto scendere e tirarla fuori di peso (non che Alex non lo ritenesse capace di tanto). Lochlan si rimise furioso ai comandi per poi girarsi di scatto verso di lei. Sembrava euforico.

«Un momento! Cosa ti metterai? Non puoi indossare quella roba», indicando i suoi jeans aderenti, la giacca Burberry con la cintura e le nappine di cuoio che ancora dondolavano sugli stivali da equitazione Penelope Chilvers.

«Be’, certo che no», ridacchiò Alex. «Non preoccuparti, il mio kit arriverà tramite corriere; dovrei riceverlo prima di colazione».

«Mi preoccupo eccome. Ormai so bene come va a finire con i tuoi bagagli e, bada, te lo dico subito: non ti presto niente di mio».

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